31b) Gran Zebrù (m.3851) ALTA VALLE
Valle di Cedec:
(fino alla base del canalino che sale la parete sud del Gran Zebrù)   (fino alla cima)
Partenza:  Albergo dei Forni (m.2176)
Dislivello:  circa m.1700
Tempo di salita:  circa 6 ore e 1/2

panoramica sulla val Zebrù..


ripido tratto di salita..


la cima del Gran Zebrù..


una delle cime più ambite..


l'impareggiabile panorama..


la cima del Gran Zebrù..


l'imponente cima dell'Ortles..


Descrizione della zona e dell'itinerario:   L'ascesa alla cima del Gran Zebrù è tra gli itinerari valtellinesi uno dei più ambiti per qualsiasi sci-alpinista che si rispetti e come qualsiasi salita impegnativa presenta certi accettabili rischi.
Se affrontata però con neve sicura e con la necessaria prudenza (spesso si affrontano certe cime con eccessiva spavalderia e sicurezza dei propri mezzi), l'ascesa al Gran Zebrù non risulterà proibitiva a nessuno (il presupposto è che si abbia chiaramente un minimo di allenamento in montagna) e riuscirà a dare grandi soddisfazioni oltre ad offrire un impareggiabile panorama su tutto il favoloso comprensorio di cime del ghiacciaio dei Forni.
E' possibile pernottare al rifugio Pizzini.

Salita:    Lasciata l'auto al parcheggio del rifugio dei Forni, si sale lungo la mulattiera che porta al Rifugio Pizzini (m.2700), con gli sci ai piedi o in spalla a seconda della presenza o meno di neve in zona.
Giunti alla capanna ci si dirige, lungo facili pendii e vallette, in direzione nord verso uno sperone di roccia che sta proprio sotto la bellissima parete sud del Gran Zebrù.
Si comincia quindi a salire, con una certa prudenza, meglio se con gli sci in spalla, aiutandosi con le racchette o una picozza lungo una valletta piuttosto ripida posta a destra del roccione, che conduce proprio alla base della parete sud.
A questo punto i meno arditi abbandonano gli sci e dopo un breve pendio cominciano ad affrontare la parte più ripida della salita (da affrontare solo con neve estremamente sicura, con picozza, ramponi ai piedi e se possibile in cordata).
Percorso il ripido pendio nevoso, dove si procede con fatica e spesso si affonda fino al ginocchio nella neve, si arriva a un punto dove sulla sinistra si notano resti di impalcature, ricordo della guerra 15/18 e quindi ci si porta sulla destra per salire la sottile cresta finale che in breve porta alla grande croce che domina la cima.
Da questa crestina si gode una bellissima vista sulla valle di Solda sottostante (da notare un grosso palo conficcato nella parete nord residuato di qualche teleferica militare), mentre dalla cima si gode uno dei più bei panorami alpini, sul ghiacciaio dei Forni e sulle decine di cime che lo coronano.

Discesa:   Per la via di salita con la massima prudenza.



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